Bryan Singer ha accettato di pagare 150mila dollari (132mila euro) per chiudere il caso con Cesar Sanchez-Guzman, l’uomo che lo ha accusato di stupro.

Sanchez-Guzman ha denunciato il regista nel dicembre 2017, sostenendo di essere stato aggredito sessualmente nel 2003 all’età di appena 17 anni durante un party su uno yatch, a Seattle. La presunta vittima ha aggiunto nel suo esposto di essere stato costretto a subire un rapporto orale e anale da Singer, contro la sua volontà.

Sanchez-Guzman aveva dichiarato bancarotta nel 2014 e il caso fu dismesso. Ma i suoi creditori, rappresentati dal legale Rory C. Livesey, lo hanno riaperto nel 2018 sulla base del fatto che il suo reclamo contro Singer non era stato elencato tra i suoi beni, e che, dunque, qualsiasi ricavo dovesse essere disponibile per i suoi creditori, che ora riceveranno la cifra di 61mila dollari (54mila euro) più altri fondi che verranno utilizzati per le spese legali.

Nonostante il raggiungimento dell’accordo, Bryan continua a dichiararsi innocente.

'Il signor Singer ha addirittura negato di conoscere questo individuo, figuriamoci aver interagito con lui più di 15 anni fa', ha fatto sapere il suo legale Andrew Brettler, in un comunicato affidato a Variety. 'La decisione di risolvere la questione con i creditori era puramente commerciale, dato che i costi della causa superavano l’importo richiesto dagli amministratori fiduciari per pagare i creditori a cui dovevano dei soldi quando il debitore proclamò bancarotta'.

Per Singer, però, le accuse non finiscono qui: diversi adolescenti hanno dichiarato di essere stati abusati dal regista, in un pezzo pubblicato a gennaio su The Atlantic.

Bryan ha definito il caso come una 'campagna diffamatoria di stampo omofobo'.

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