Pierfrancesco Favino ha la nomea di essere un vero perfezionista.

D’altra parte, chi l’ha visto nei panni di Craxi per la biografia 'Hammamet' ha assistito la fine di una vera trasformazione. A cui gli addetti ai lavori hanno invece partecipato durante tutte le riprese, testimoniando l’assoluta passione dell’attore per ogni particolare di scena.

'Ho un’ossessione verso il miglioramento che viene confusa erroneamente per perfezionismo: io sono tutt’altro che perfetto', afferma Pierfrancesco Favino nella sua intervista a Vanity Fair, spegnando parte dei rumor.

'Al limite tendo a qualcosa che non so neanche se esista davvero'.

Per costruire il suo Craxi, Favino ha visto ore di video e documentari che lo hanno istruito su ogni movenza e cadenza del lessico del compianto leader socialista.

'Ho visto tutti i video che avevano a che fare con l’ultima fase della sua vita. Il respiro, il tono della voce, il fisico, appesantito dal problema alla gamba. Poi ho visto tutto quanto c’era del prima, anche per capire cosa fosse cambiato', spiega il 50enne a Amica.

'Ho volutamente evitato le sue famose “pause a effetto”. Conoscevo Craxi, ma non l’uomo e il suo privato: ho cercato soprattutto di comprendere il suo punto di vista'.

Con la sua performance ne 'Il traditore', nel 2019 Pierfrancesco ha intascato il suo secondo Nastro d'argento al miglior attore protagonista.

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