Taglia corto Natalie Portman quando le si nomina Woody Allen, recentemente finito nel mirino dei media per lo scandalo sulle presunte molestie sessuali nei confronti di sua figlia adottiva Dylan Farrow.

L’attrice de 'Il cigno nero' ha lavorato con il director nel 1996 sul set del film 'Tutti dicono I Love You', ma nell’intervista con Buzzfeed non intende dedicare il suo tempo alla delicata questione.

'Non credo che la nostra conversazione debba riguardare quello', dice la Portman al reporter. 'Credo che dovrebbe riguardare altre cose, per esempio: come mai Elaine May non fa un film all’anno? Come mai Nora Ephron non fa un film all’anno? Dov’è la versione femminile di Bill Cosby? Perché non si vedono attrici asiatiche nei film?', ha chiesto la 36enne, voce del movimento contro le molestie sessuali e l’ineguaglianza di genere Time’s Up.

'C’è così tanta arte che viene perduta perché non si danno le giuste opportunità alle donne e alla gente di colore. Non parliamo della carriera finita di un uomo. Parliamo della vastità d’arte che perdiamo non dando le giuste possibilità alle donne, alle persone di colore, alle persone disabili, e alle persone appartenenti alla comunità LGBTQ+. Parliamo di questa immensa perdita artistica per tutti noi, di questa clamorosa lacuna nella nostra cultura. Non voglio parlare di cose come: “Oh, che triste che quest’uomo ha fatto 500 film e ora non ne può più fare”. Non spetta a me decidere. E non quello che mi preoccupa'.

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