Con 'Nome di donna' Cristiana Capotondi ha dato una voce a tutte le donne molestate sul lavoro.

Il film diretto da Cristiana Mainardi è sceneggiato da Marco Tullio Giordana e ispirato ai fatti di cronaca che hanno scosso Hollywood e il mondo intero.

Interprete della pellicola Nina, una ragazza che viene assunta in un centro per anziani come donna delle pulizie e molestata dal direttore, al quale farà capire che le molestie non sono permesse.

'È molto complesso stabilire i limiti di cosa sia consentito e cosa no, in un rapporto', dichiara Cristiana Capotondi ad Amica introducendo la differenza fra avance e molestie.

'Le avance sul posto di lavoro mi sembra che possiamo considerarle lecite, l’abuso no. È un perimetro che si deve ancora delineare. A volte le donne hanno voglia di lasciarsi andare con gli uomini, ma poi dicono di no. Questo modello è legalmente insostenibile. Se vogliamo che i limiti siano chiari dobbiamo esprimerci in maniera aperta, trasparente. Non si può più fare il “giochetto” di dire no quando in realtà è un sì, altrimenti il messaggio è discordante. L’uomo deve capire che quando una donna dice no è no'.

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