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(Cover) - IT Italian Stars - Sveva Sagramola si è lasciata alle spalle decine di luoghi remoti, deserti, oceani, villaggi sperduti, isole abitate solo da due vecchietti.
Per chi ha passato una vita in viaggio, come volto di Geo su Rai 3, fermarsi sembrava impensabile. Eppure, quindici anni fa, è successo: la nascita di Petra, a 45 anni, ha rivoluzionato tutto. 'Sono diventata un'altra donna. Essere madre è stata l'unica cosa che ho fatto senza la minima ansia. Una specie di miracolo'.
Quel miracolo, però, non era scontato. A lungo si era convinta che non le sarebbe mai toccato. 'Mi ripetevo: non sei destinata ad avere figli. E ci convivevo con una certa ansia. Mi sentivo inadeguata'. Poi è arrivato lui, l'uomo che non avrebbe mai considerato prima. 'Avevo una grande paura dell'abbandono. Mio marito è stato il contrario di tutto ciò: l'uomo possibile, leale, stabile. Per fortuna l'ho incontrato quando ero pronta a riconoscerlo'.
Petra oggi ha quindici anni, e la sua infanzia - dice Sveva - è stata una delle epoche più luminose della sua vita. Così intensa da aver bisogno di un saluto formale. È nato così Storia di Topino, il suo primo libro illustrato, disegnato dal fratello Cristiano: 'Un modo per separarmi da quel periodo, per chiudere il mio rapporto con l'infanzia di mia figlia'.
Con Geo ha cambiato anche il modo di raccontare il pianeta. 'All'inizio parlavo solo delle meraviglie del mondo. Poi l'emergenza ambientale è esplosa e ho capito che potevo aiutare le persone a essere più consapevoli. Raccontare la crisi, ma puntando sulle soluzioni, non sul catastrofismo'.
Negli anni ha raccolto riconoscimenti importanti, come il titolo di Cavaliere al Merito ricevuto da Giorgio Napolitano: 'Quando me lo dissero caddi dal divano'. Nel frattempo, ha anche portato a termine una laurea in antropologia culturale iniziata molto prima. 'Mi mancava solo la tesi, ma l'avevo lasciata lì per anni. È stato mio marito a insistere. Ha fatto il suo dovere di padre e marito, permettendomi di finire il mio percorso senza farmi sentire in colpa'.
Quella ragazza che un tempo dormiva sotto le stelle nel Sahara o raccoglieva storie tra i nomadi del Mali è ancora lì, ma con uno sguardo più quieto. 'Viaggiare resta parte di me, ma oggi la mia casa è Petra'.
E il paragone con Licia Colò, che l'ha accompagnata per anni, ora non la turba più. 'Licia è stata un'apripista. Per anni mi sentivo dire "sei quella che ha preso il suo posto". Non posso dire che mi abbia ferita, ma ci ho fatto i conti. Lei è una biologa, io ho uno sguardo da antropologa. Siamo diverse. E oggi ci vogliamo bene'.