- NEWS
- COMPETITION
- DIRECTORY
(Cover) - IT Italian Stars - Pierfrancesco Favino è a Cannes con 'Enzo', film d'apertura della Quinzaine, ma non si sottrae al dibattito sullo stato del cinema italiano.
È tra i firmatari di una lettera rivolta al governo, in cui si chiedono interventi concreti sul tax credit, oggi bloccato, e un confronto vero con le associazioni di categoria.
'È tempo di costruire ponti', dice. 'Siamo disponibili al dialogo, ma ci devono ascoltare. L'appello non è uno scontro ideologico. Anche Pupi Avati ha parlato della crisi del settore e non mi pare sia un trotzkista...'. Poi aggiunge: 'Siamo sicuri che io voti a sinistra o che lo faccia un elettricista di set? Questo tipo di narrazione è sterile. Il cinema ha bisogno di un progetto industriale chiaro e condiviso. Fermare tutto è un danno: lavoriamo insieme per costruire qualcosa'.
Nel film 'Enzo', diretto da Robin Campillo su sceneggiatura di Laurent Cantet (Palma d'oro per 'La classe'), Favino interpreta un padre impotente di fronte a un figlio che decide di deviare dal percorso previsto. Enzo, 16 anni, vive in una villa con piscina affacciata sul mare di Marsiglia, ma rifiuta l'università per diventare apprendista manovale. Sceglie il lavoro fisico, l'amicizia con due operai ucraini, la fatica vera. Il padre, Paolo, interpretato da Favino, è amorevole, spaventato, disarmato.
'L'adolescenza è una fase biochimica della vita in cui la sofferenza è inevitabile', riflette l'attore. 'Vorrei potermene prendere un pezzo io, per alleggerire le mie figlie. È una fase che spaventa anche me'. Favino è padre di Greta e Lea, avute con l'attrice Anna Ferzetti (presente anch'ella a Cannes con l'ultimo film di Sorrentino). 'Essere padre è un mestiere complesso. Pieno di dubbi. La mia bussola è cercare di renderle libere, nonostante le mie ansie'.
Nel raccontare 'Enzo', Favino rivela quanto il film gli sia entrato dentro. 'Mi ha posto domande che avevo già. Oggi si vive sotto pressione, la società pretende performance continue. Non puoi fallire. È una violenza silenziosa che colpisce tutti, soprattutto i giovani'. E sull'essere genitore aggiunge: 'Quando tuo figlio è anche tuo sangue, l'amore limita la lucidità. Bisogna imparare ad ascoltare, anche se non è semplice'.