50 Cent alza il tiro e porta su Netflix una docuserie destinata a far discutere: un affondo diretto su Sean 'Diddy' Combs, oggi al centro di uno dei casi più esplosivi dell'hip-hop contemporaneo.

Il rapper, produttore esecutivo della serie, ricostruisce la caduta dell'ex icona musicale, attualmente in carcere con una condanna a quattro anni per due capi d'imputazione legati al trasporto a scopo di prostituzione.

La serie in quattro parti, 'Sean Combs: The Reckoning', diretta da Alexandria Stapleton, è uscita martedì. In una nuova intervista a 'GQ', 50 Cent - nome reale Curtis Jackson - spiega perché ha scelto di esporsi proprio mentre l'inchiesta su Combs era ancora in pieno svolgimento.

'A dire la verità, è per la cultura stessa', afferma Jackson. 'Se nessuno dice niente, allora passa l'idea che tutto l'hip-hop sia d'accordo con ciò che sta succedendo... Quindi tocca a me'. E aggiunge: 'Senza che io dica di volerlo fare, non ci sarebbe nessuno'.

La regista Alexandria Stapleton racconta di aver cominciato 'immediatamente' a lavorare al progetto dopo la denuncia presentata da Cassie Ventura nel novembre 2023, in cui accusava Combs di stupro, violenze ripetute, tratta sessuale e coercizione. La causa, chiusa il giorno successivo, ha portato Ventura a un risarcimento di circa 18,5 milioni di euro.

'50 stava già preparando qualcosa', spiega Stapleton. 'Cercavo di capire se fosse possibile ottenere un'intervista con lei, ma tutto è successo troppo rapidamente. Sono state 24 ore folli'.

Poco dopo, Jackson e Stapleton hanno iniziato a delineare la docuserie. 'Per entrambi era chiaro che... non è tutto bianco o nero', afferma la regista. 'Volevamo preservare la nostra cultura, raccontando il percorso di quest'uomo ma dando voce a chi è stato messo a tacere'.

Le dichiarazioni arrivano dopo che Combs ha bollato la docuserie come 'un attacco vergognoso' orchestrato da 'un avversario di lunga data con una vendetta personale'. Combs, che continua a proclamare la propria innocenza, è stato giudicato colpevole del reato di trasporto a scopo di prostituzione, ma assolto dalle accuse più gravi - associazione a delinquere e tratta sessuale - lo scorso luglio.

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