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Marco Bocci si presenta con la lucidità di chi ha attraversato una frattura profonda: 'Da quando ho perso parte dei ricordi annoto tutto per non perdermi'.
La confessione, raccolta da Vanity Fair, arriva a pochi giorni dal suo ritorno in tv con la miniserie 'Se fossi te', in onda su Rai 1. Colpito da un'infezione cerebrale nel 2018, l'attore ha visto dissolversi nomi, volti, episodi della propria vita. Un vuoto che lo accompagna ancora oggi, come confermato anche in precedenti interviste: 'Ogni conversazione può mettermi in difficoltà, devo concentrarmi'.
La bussola rimasta stabile è la famiglia: la moglie Laura Chiatti e i loro figli. 'La famiglia è tutto per me', ribadisce Bocci in un passaggio dell'intervista, lasciando emergere un senso di gratitudine che supera ogni nostalgia per ciò che non ricorda più. Eppure, nella sua ammissione più spiazzante - 'Non ricordavo nemmeno che fossi sposato, salvo per Laura che mi stava accanto' - si riconosce la misura della ferita e della ricostruzione.
Nella miniserie 'Se fossi te' interpreta un padre vedovo che tenta di tenere insieme due figli e una quotidianità complessa. Un ruolo che non è autobiografico, precisa, ma che tocca corde intime: la fragilità, la cura, l'idea di protezione.
Oggi Bocci alterna set e vita privata con una disciplina nuova: quaderni pieni di appunti, elenchi di libri e film da ricordare, una routine pensata per non smarrirsi. Guarda avanti con pragmatismo: la promozione della miniserie Rai, la lavorazione di un nuovo film e il ritorno a teatro nei prossimi mesi. Un percorso che prova a tenere insieme tutto ciò che la memoria gli concede - e ciò che la famiglia continua a restituirgli.