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Bruno Barbieri torna sulle radici della propria carriera con un racconto che colpisce per autenticità e visione.
'Da giovane dormivo chissà dove, poi facevo l'autostop per arrivare a una fiera a Bordeaux', confida in un'intervista a Repubblica. Un'immagine potente, che restituisce la fragilità e insieme la determinazione di chi ha scelto la cucina come unico orizzonte possibile.
Quei viaggi improvvisati, le notti senza un vero tetto e la fatica della gavetta formano il nucleo della sua filosofia. 'Ho messo tutto me stesso nell'abnegazione, nell'amore per ogni passaggio del processo. Anche un semplice piatto di pasta ha radici nella storia', spiega Barbieri, sintetizzando una visione che unisce tecnica, memoria e cultura del cibo.
Alla vigilia della nuova stagione di 'MasterChef Italia', lo chef sottolinea l'armonia con Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli, compagni di set ormai da anni. 'Cannavacciuolo? Lo reputo mio fratello', dice, definendo una sintonia che si traduce in uno dei trii più riconoscibili e amati della televisione italiana.
Il percorso di Barbieri - dalle cucine sulle navi da crociera ai ristoranti stellati, fino ai format TV - resta un esempio di mobilità, studio e resilienza. E oggi, pur non cercando ruoli istituzionali, non esclude contributi nel settore turistico: 'Non ho mai pensato a un impegno diretto. Ma qualcosa al ministro del Turismo la potrei suggerire', afferma con ironia.
Barbieri torna su Sky con la nuova edizione di 'MasterChef Italia' e continua a seguire i suoi ristoranti, le masterclass dedicate alla formazione gastronomica e i progetti per valorizzare la cucina italiana in Italia e all'estero.